15 marzo 2023 Jnews Andrea Perronace

Dopo la decisione dell'EPO sul caso Dabus, la decisione del Circuito Federale statunitense, della Corte Federale dei Brevetti tedesca e dell’Alta Corte australiana è ora il turno della Corte Suprema del Regno Unito di decidere se un'intelligenza artificiale (IA) possa essere nominata Inventore in una domanda di brevetto.

L'EPO, la Corte Suprema degli Stati Uniti e la Corte Federale dei Brevetti tedesca sono stati abbastanza chiari nel dire che la legge prevede che solo una persona possa essere nominata Inventore, non una macchina o un algoritmo (si noti tuttavia che il brevetto parallelo in Sud Africa è stato attribuito all’IA come Inventore).

La Corte Suprema del Regno Unito ha recentemente ascoltato il 2 marzo 2023 il ricorso del dottor Thaler (creatore di “Dabus”) contro il rigetto del suo ricorso da parte della Corte d'Appello. Come nei casi paralleli, la Corte Suprema del Regno Unito ha motivato la sua decisione, da un lato, con il fatto che solo una personalità giuridica può trasferire o assegnare diritti, e dall'altro, con il fatto che valutare l’attività inventiva di un'intelligenza artificiale è un processo completamente diverso da quello implicato dalla stessa valutazione quando l’inventore è umano.

Al di là del caso specifico dinanzi ai Tribunali inglesi, la questione è molto interessante e potrebbe sconvolgere il modo in cui trattiamo la proprietà intellettuale.

Infatti, il funzionamento di un'IA che genera un progetto di nuovo dispositivo o prodotto è per il momento guidato dall'uomo, e quindi non sembra giusto assegnare diritti a un'IA, che è, a sua volta, di proprietà di personalità giuridiche.

Ma anche supponendo che la norma specifica sulla personalità giuridica venisse eliminata dalla legge, la conseguenza non sarebbe solo sul nome dell'inventore. Poiché deve essere valutata l’altezza inventiva, che caratteristiche dovrebbe avere il tecnico medio del ramo? In effetti, sembra naturale effettuare la valutazione con mezzi simili, quindi saremmo forse disposti a sostituire il tecnico medio del ramo con un'altra IA.

Questa "intelligenza artificiale esperta nel ramo" sarebbe quindi un esperto del ramo con capacità crescenti e gli uffici brevetti di tutto il mondo dovrebbero conseguentemente eseguire programmi per la valutazione dell’altezza inventiva la cui qualità e portata cambierebbero con il costante miglioramento della reale AI utilizzata. Ci sarebbero quindi due procedimenti separati per le invenzioni umane e non umane davanti agli Uffici? Classici tecnici medi del ramo da una parte e tecnici del ramo virtuali guidati dall'intelligenza artificiale dall’altra?

Questo sarebbe già molto complicato, ma cosa dire degli equivalenti? Un algoritmo analitico sarebbe equivalente a un'IA specifica e viceversa in base al fatto che si possono sempre prendere dati da fonti di dati comuni o anche dallo stesso algoritmo analitico e addestrare un'IA a fornire risultati simili? O le due soluzioni sarebbero discusse in modo separato di fronte ad un Tribunale?

La qualifica di inventore di una AI non è quindi un problema secondario, perché è un'altra porta d'ingresso per situazioni più grandi e dirompenti che possono potenzialmente avere un grande impatto su come affrontiamo le attività umane e non umane. E’ indispensabile prendere decisioni avvisate ed equilibrate come società e come specie.