14 aprile 2022 Jcases Miriam Mangieri

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Quando i superpoteri non bastano...

Nel 2019 Unilever ha depositato una domanda di marchio nel Regno Unito per "Wonder Mum" in relazione a prodotti cosmetici in classe 3.

DC Comics, titolare del MUE n. 14275739 “Wonder Woman” (nelle classi 3, 9, 16 e 41), che tutela il nome del supereroe personaggio dei suoi fumetti, ha cercato di impedire, mediante il deposito di un’opposizione, la registrazione di tale domanda ritenendo che la stessa fosse confondibile con il suo marchio anteriore e sostenendo che "Wonder Woman" godeva di notorietà in Regno Unito.

L'Ufficio marchi del Regno Unito (IPO) respingeva le argomentazioni di DC affermando che, sebbene i segni avessero un grado medio di somiglianza visiva e fonetica, esistevano differenze concettuali tra essi. In particolare, Wonder Woman è un supereroe d'azione mentre Wonder Mum riflette una madre britannica che ha cresciuto bene i suoi figli.

Pertanto, era improbabile che il consumatore di riferimento confondesse o associasse i prodotti cosmetici recanti il marchio “Wonder Mum” con quelli della DC Comics. Inoltre, secondo l'IPO, DC non aveva fornito prove atte a dimostrare la notorietà del marchio nel Regno Unito. Pertanto l'opposizione è stata respinta.

Questa decisione è stata impugnata presso l'Alta Corte del Regno Unito che ha tuttavia confermato la conclusione dell'IPO ritenendo improbabile che il marchio della Unilever potesse determinare un rischio di confusione o associazione con “Wonder Woman” e precisando come DC non fosse riuscita a dimostrare che il suo marchio godesse di notorietà sufficiente nel Regno Unito.

Questo caso dimostra l’importanza di raccogliere, nel corso degli anni, prove rilevanti, che possano essere idonee a dimostrare l’uso di un determinato segno e la sua notorietà nei territori in cui questo è registrato.

 

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