23 marzo 2020 Brevetti Andrea Perronace

Il successo di una PMI è, spesso, il risultato di quanto questa sia riuscita ad investire in ambito di innovazione. I diritti di proprietà intellettuale come i brevetti, i marchi, i disegni, i modelli industriali o di utilità rappresentano mezzi attraverso cui le imprese più giovani si affermano sul mercato nella veste di fast growing companies, ossia di imprese a forte crescita aziendale

Avvalendosi di nuove tecnologie, infatti, le PMI riescono ad attrarre nuovi investitori: con essi stipulano accordi di licenza o di collaborazione, assicurandosi un ritorno finanziario sugli investimenti inizialmente effettuati e acquisendo una sempre maggiore visibilità anche su mercati esteri e, dunque, una maggiore competitività anche rispetto ad imprese già affermate.

Uno studio effettuato dall’UEB (Ufficio Europeo Brevetti) e dall’EUIPO (Ufficio Europeo per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale) ci rivela che proprio il deposito dei brevetti è indicatore del fatto che un’impresa è in grado di provocare una forte crescita aziendale e questo avviene tanto nelle industrie ad alta tecnologia, quanto in quelle a bassa tecnologia.

Come individuare il momento più adeguato per depositare il proprio brevetto all’estero?

Occorre procedere per gradi iniziando, prima di tutto, a comprendere il mercato di riferimento, i potenziali concorrenti e verificarne la posizione brevettuale, per poi passare a stabilire una strategia per acquisire i propri diritti di privativa e puntare alla crescita della propria azienda. Tale finalità può essere raggiunta tramite uno sviluppo interno o congiunto. In quest’ultimo caso, bisogna saper anche come individuare potenziali partner commerciali.

Come? Una modalità potrebbe essere, ad esempio, quella di partecipare a fiere commerciali. Qualora si decida di procedere sviluppando internamente la propria tecnologia, il problema si pone perché, quando ci si espone ad un mercato competitivo, quale è quello estero, aumenta, quasi automaticamente, la possibilità che altri operatori economici si approprino dell’idea del bene brevettato, immettendo sul mercato prodotti simili. Pertanto, è molto importante individuare la tempistica di deposito.

 

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Molto spesso accade che gli imprenditori tendano a depositare il brevetto soltanto quando l’idea è stata completamente sviscerata e compresa in ogni sua forma di realizzazione pratica. In tal modo il rischio di veder rigettata la propria richiesta di brevettarla diminuisce, ma attendendo lunghe tempistiche, si rischia di “perdere” la propria idea creativa a causa del verificarsi di taluni eventi.

Ad esempio, può esserci stata la classica fuga di notizie oppure può accadere che terzi in contatto con l’imprenditore, per ragioni di vario tipo siano entrati in possesso di conoscenze sufficienti a elaborare un’idea simile all'idea fondamentale alla base dell’invenzione (ad esempio, un fornitore) e, quindi, abbiano, nel frattempo, presentato una domanda di brevetto analoga.

Il diritto di priorità

La soluzione sta nella possibilità di depositare la domanda di brevetto a livello nazionale, ottenendo un diritto di priorità di un anno, per poi procedere, entro lo stesso anno di priorità, estendendo anche a livello internazionale i propri diritti di privativa, e quindi presentando nuove domande sulla base dei successivi miglioramenti tecnici. La regola della priorità, prevista dalla Convenzione di Parigi, consente, dunque, di effettuare depositi plurimi nel periodo di priorità (un anno per i brevetti e modelli di utilità e sei mesi per i marchi e modelli industriali). Si realizza, pertanto, un fenomeno che è comunemente definito famiglia brevettuale, con cui si intende un insieme di brevetti appunto a protezione della medesima invenzione, la cui realizzazione sia avvenuta in tempi successivi.

Come decidere la copertura geografica nella domanda di rilascio di un brevetto?

Ciò che è difficile da decidere, ma allo stesso tempo è di fondamentale importanza, è la copertura geografica del mercato di riferimento. Per semplificazione è prevista la possibilità di posticipare la scelta della copertura geografica per un determinato periodo a seconda della procedura di domanda che si intende utilizzare. Ad esempio, se si intende fare domanda per un titolo brevettuale utilizzando la procedura internazionale PCT, la designazione dei paesi di riferimento può essere posticipata anche di trenta mesi considerando la data di priorità come punto di partenza. In ogni caso, utile per definire la copertura geografica in cui richiedere la protezione per la propria PI, è la partecipazione alle fiere commerciali.

Quando e perché partecipare a fiere commerciali, proteggendo la proprietà intellettuale?

Qualora invece si ritenga più agevole verificare in primis il mercato di riferimento ed individuare, eventualmente, potenziali partner commerciali, la partecipazione ad una fiera potrebbe risultare scelta particolarmente vantaggiosa. ma quando si intende partecipare ad una fiera, è sempre opportuno registrare la propria proprietà intellettuale il prima possibile ovvero utilizzando le soluzioni innanzi prospettate. Nel caso in cui la registrazione non sia venuta compiutamente a termine per il tempo della fiera, sarà possibile esporre i propri prodotti accompagnati da specifici simboli che consentono di affermare i diritti di proprietà intellettuale sul bene in un tempo anteriore alla registrazione del marchio o del brevetto: esempio, la dizione TM o patent pending.

In definitiva, dinanzi ad una regolamentazione tanto varia quanto specifica, sembra verosimile poter individuare per una impresa a forte crescita aziendale una soluzione di balance tra il mantenere il segreto industriale il più a lungo possibile (soprattutto nel caso in cui si è a conoscenza di concorrenti che stanno sviluppando idee simili) e l’esporsi a mercati esteri per presentare le proprie invenzioni.

 

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Articolo di: Andrea Perronace