7 dicembre 2022 Bandi Marco Mitola

Aliquote ridotte: scopri gli aggiornamenti sul credito d'imposta 4.0

Credito d'imposta e PatentBox (per fortuna tra loro cumulabili) sono ormai tra le poche misure che ancora incentivano l'innovazione. Inoltre, non bisogna dimenticare che le verifiche dell'Agenzia delle Entrate sulle richieste  di credito di imposta si fanno sempre più attente e quindi - anche a valle dell'attività che ha portato al credito di imposta - è bene far seguire una registrazione di brevetto, modello o design.

Dal 2023, a seguito dell'approvazione della nuova manovra, gli incentivi previsti per agevolare l’acquisto di beni materiali strumentali all’attività d’impresa subiranno alcune novità: salvo interventi da parte della nuova legge di bilancio, alcuni bonus scadranno, mentre altri continueranno ma con aliquote agevolative più basse.

Il Piano Nazionale Transizione 4.0 prevede una serie di incentivi fiscali disegnati allo scopo di promuovere la transazione digitale dei processi produttivi e sostenere gli investimenti in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati e in beni immateriali 4.0, per aumentare la produttività, la competitività e la sostenibilità delle imprese.

La misura prevede il finanziamento dei seguenti crediti:

  • credito d'imposta per i beni materiali 4.0
  • credito d'imposta per i beni immateriali 4.0
  • credito d'imposta per attività ricerca e sviluppo, innovazione, design e ideazione estetica
  • credito d'imposta formazione 4.0

Cosa aspettarsi per il 2023

Per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 fino al 31 dicembre 2025, le aliquote saranno pari al:

  • 20% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 10% del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 5% del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

Per i software 4.0 si passa dalla superaliquota al 50% introdotta con il decreto aiuti al 20% per il 2023.

Quest’ultima soglia, a partire dal 1° gennaio 2023, sarà incrementata a 50 milioni di euro, in relazione agli investimenti inclusi nel PNRR diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica individuati con decreto del MISE, di concerto con il MITE e con il MEF.

Discorso diverso va fatto per il credito d’imposta per i beni materiali “ordinari”, vale a dire privi delle caratteristiche tecnologiche previste per il 4.0.

Attualmente è riconosciuto solo per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2022 (non prenotati nel 2021), oppure entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato e sia pagato un acconto di almeno il 20%.

In questo caso il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 6%, nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro nel caso di beni materiali.

Secondo l’attuale disciplina, invece, nessun credito d’imposta è previsto per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 (non prenotati nel 2022). 

 
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