Andrea Beckert, Chief Operating Officer and Human Resources, intervista Pierluigi Fresia.
In questo video Pierluigi Fresia, Chief - Drawings Department a Torino, racconta il lavoro dell'ufficio tecnico, che si occupa della parte grafica della registrazione di un brevetto, e di come è cambiato negli anni, da quando i brevetti si disegnavano a mano libera.
Ciao Pierluigi, direi di presentarti brevemente.
Io sono Pierluigi Fresia, mi occupo di quello che viene chiamato ufficio tecnico all'interno della Jacobacci.
Hai voglia di raccontarci brevemente quando sei entrato e di che cosa ti occupi?
Sono entrato in Jacobacci da ormai sacco di anni, nel 1988 a Marzo. Mi si chiese di disegnare a mano libera, ci venne data una matita, una gomma e un foglio e ad ognuno la caffettiera, ci dissero di disegnarla a mano libera nelle sue parti e nella sua interezza, insomma una cosa abbastanza strana. Quindi quello è stato il primo contatto con la Jacobacci. Poi naturalmente il test è andato bene e mi son ritrovato all'interno dell’azienda.
Pierluigi di cosa ti occupi esattamente all'interno dell'azienda?
Sono a capo del team che si occupa della parte grafica che è parte fondamentale di un brevetto e della stesura di un brevetto. Oltre a questo mi occupo anche sempre assieme il mio team di quella che invece è la realizzazione delle immagini per quel che riguarda il design del modello.
Quindi come è cambiato nel tempo il modo di lavorare del tuo team e tuo?
É cambiato tantissimo, io sono arrivato qui nella preistoria. Si usavano le matite, si usava la penna china per fare quelli che erano detti disegni definitivi che finivano poi all’interno dell’incarto che viene depositato. Quindi si lavorava col tecnigrafo, una cosa che poi è sparita, pian pianino ha cominciato a entrare il computer e poi l’utilizzo della fotografia. Adesso siamo arrivati all’utilizzo di programmi di modellazione 3d, quindi diciamo che da quando io sono qui è completamente stravolto il metodo di lavoro e questo ha migliorato parecchio il nostro approccio nei confronti degli elaborati che dobbiamo produrre.
Pierluigi tu hai anche una seconda anima, quella di artista, ce ne vuoi parlare brevemente?
Sì, Io avevo, e ho ancora da quando sono arrivato qui mi occupavo d'arte per conto mio, questo tipo di lavoro non ha per niente interrotto quello che io continuavo a fare come ricerca artistica, anzi direi che sotto un certo punto di vista è stato anche un’ottima palestra perché mi ha insegnato una certa disciplina, una certa attenzione alla qualità di quello che viene fatto e tutte queste attitudini diciamo che poi vengono portate all'interno anche della creazione artistica non possono che aiutare a svolgere un lavoro migliore. E poi ho avuto anche la fortuna e di conoscere quanto sia legato anche al mondo dell’arte anche l'azienda in sé e chi la dirige e quindi questa passione che chi è a capo della Jacobacci ha per l'arte contemporanea non ha potuto che aumentare anche la mia gioia di essere qua a lavorare.
Secondo te cos'è che giovane potrebbe trovare interessante in un lavoro come il tuo oggi?
Ci occupiamo di idee nuove, di nuove invenzioni e di nuovi prodotti, quindi già quello è una cosa incredibilmente stimolante perché mai facciamo la stessa cosa. Poi il fatto di avere la capacità di essere un tramite tra l’idea dell’azienda e quella che è la protezione di questa idea, quindi noi siamo qui anche per aiutare l'azienda ad avere protezione e perché no, successo sul mercato, e questa è una cosa estremamente stimolante. E’ un posto dove si lavora bene, nel senso qualitativamente e anche dal punto di vista interpersonale si lavora molto bene, e questo non può che essere uno stimolo per un giovane.
Grazie Pierluigi per questa intervista e buon lavoro.
Grazie.