19 marzo 2024 Jwho Jacobacci & Partners

Valeria Croce, Partner e Italian and European Patent Attorney di Jacobacci & Partners, introduce la Dott.ssa Patrizia Benini, Direttore Generale dell’Istituto Oncologico Veneto, centro d'eccellenza, impegnato nella ricerca e nello sviluppo di brevetti che riflettono l'impegno, la competenza e la visione strategica dell'Istituto. Intervengono anche il prof. Antonio Rosato, Direttore della UOC Immunologia e diagnostica molecolare oncologica, che racconta il progetto Adjuvant, ed il prof. Stefano Indraccolo, Responsabile della UOSD Oncologia di base sperimentale e traslazionale, che presenta il brevetto Notch3 ed il brevetto Regoma.

L'intervista

VALERIA CROCE: I risultati della ricerca medica rappresentano un importantissimo patrimonio di conoscenze. Del resto, come le invenzioni del campo della meccanica e dell’elettronica, possono essere tutelati e valorizzati grazie allo strumento brevettuale.

Il “repurposing, cioè l’individuazione di nuove applicazioni terapeutiche per medicinali già noti, così come la possibilità di individuare dei marcatori genetici che predispongano o meno un determinato sottogruppo di pazienti ad un trattamento terapeutico mirato, sono alcuni degli aspetti che sono investigati da centri di ricerca di eccellenza.

Uno di questi è rappresentato proprio dall’Istituto Oncologico Veneto, che ho il piacere e l’onore di assistere per quanto riguarda gli aspetti brevettuali, da diversi anni.

PATRIZIA BENINI: Uno dei punti fondamentali che stiamo sviluppando all’interno dell’Istituto è, non solo fare ricerca, non solo fare studi sperimentali, ma anche produrre brevetti, cioè, brevettare un “qualche cosa” che non c’era e che è stato inventato all’interno dell’istituto.

Abbiamo avuto alcune, diciamo, soddisfazioni perché sono riconoscimenti dell’impegno, della competenza, e anche della visione strategica che un Istituto ha, nel momento in cui riesce a “portare a casa” dei brevetti.

ANTONIO ROSATO: Il brevetto “Adjuvant“è il risultato di un progetto di ricerca che è durato oltre un decennio. Nello specifico, noi ci siamo occupati in questo lungo periodo, di studiare le proprietà dell’acido ialuronico per una peculiarità intrinseca di questo polimero, ovvero la capacità di fungere da adiuvante naturale.

Nello specifico, attualmente, noi stiamo lavorando su due prototipi che funzionano molto bene. Uno è un vaccino per il Covid, l’altro prototipo invece è un vaccino antitumorale, in particolar modo, per tumori mammari, in cui la coniugazione di una porzione di un antigene tumorale all’acido ialuronico risulta anch’esso molto potente nel prevenire non solo la crescita ma anche di contrastare tumori già stabilizzati.

STEFANO INDRACCOLO: Il brevetto che riguarda Notch3 e gli inibitori di HDAC6 è andato a identificare che un sottogruppo di queste forme di leucemia T-ALL con elevata espressione di questo marcatore, che si chiama Notch3, potrebbe essere trattato con un farmaco della famiglia degli inibitori delle HDAC.

Questo tipo di trattamento porta a una riduzione della produzione della proteina Notch3, da cui queste leucemie sono dipendenti.

Il brevetto “Regoma” riguarda un cosiddetto marcatore predittivo di risposta al trattamento dei tumori cerebrali con un farmaco che si chiama Regorafenib. Secondo noi, è un marcatore molto utile proprio per identificare un sottogruppo di pazienti con questa malattia, che potrebbe avere un beneficio clinico particolarmente forte quando trattati con questo farmaco.

Si tratta quindi un tipo di brevetto che contribuisce a realizzare la cosiddetta oncologia di precisione, cioè l’insieme di approcci con i quali i farmaci vengono dati ai pazienti non sulla base del, semplicemente, tipo di tumore che hanno, ma di alcune caratteristiche genetiche, e non, dei tumori di cui sono portatori.

PATRIZIA BENINI: Quindi noi stiamo perseguendo questa strada che dà futuro, che dà speranza per poter salvare persone o per far sì che patologie che oggi purtroppo ci sono, un giorno non si presentino più.