21 luglio 2023 Allure Miriam Mangieri

L’identificazione certa dei prodotti e delle loro caratteristiche in ogni fase della catena produttiva e distributiva rappresenta una garanzia fondamentale per l’industria e il consumatore. Un obiettivo reso possibile dal supporto di tecnologie all’avanguardia, alla base anche del Blockathon, competizione voluta dall’EUIPO (Ufficio dei Marchi dell’Unione Europea) per creare una realtà anticontraffazione.

Una premessa è d’obbligo: i cosmetici contraffatti non solo violano i diritti di proprietà intellettuale (marchi, design, brevetti) di terzi, danneggiando il sistema economico, ma sono altresì fabbricati senza rispettare gli standard di sicurezza e di qualità stabiliti dalla legge. Ciò inciderà sull’efficacia dei prodotti stessi, che non saranno in grado di sortire gli effetti desiderati o potrebbero risultare dannosi alla salute dei consumatori. Vi è dunque un’esigenza di trasparenza legata alla necessità di tracciare i cosmetici, monitorando le fasi di vita di ciascun prodotto e dando all’utente la possibilità di verificarne caratteristiche e originalità. Ma come raggiungere questo obiettivo? Garantire l’integrità e la limpidezza in ogni passaggio della catena produttiva e distributiva è oggi possibile grazie all’analisi dei dati. Questo avrà risvolti positivi in termini di tutela dei marchi, dell’ambiente e del consumatore. Allure ne parla con Miriam Mangieri, Counsel di Jacobacci & Partners.

Sì ai dati immutabili

Per risolvere molte problematiche che le aziende affrontano nel processo di implementazione della tracciabilità dei loro prodotti, viene in soccorso la tecnologia blockchain, in grado di registrare scambi e informazioni in modo sicuro e permanente. I dati sono resi immutabili grazie all’utilizzo di procedure crittografiche. In tal modo l’articolo sarà sempre “unico” e rintracciabile. La blockchain permette quindi alle aziende di creare un canale di comunicazione con i potenziali acquirenti, attraverso il quale condividere informazioni sul proprio assortimento in modo trasparente. Tutti gli eventi e le fasi di una determinata filiera possono dunque essere tracciati in modo sicuro, valorizzando l’unicità e la storia dei prodotti e proteggendo i marchi dalla contraffazione. Questa tecnologia fornisce, inoltre, rassicurazioni al consumatore finale riguardo la sostenibilità del prodotto, consentendo all’azienda di evidenziare le strategie poste in essere in tale ambito, le certificazioni conseguite e i processi aziendali implementati. Rintracciare un cosmetico ovunque si trovi e in qualunque fase della sua catena di produzione e distribuzione è possibile grazie ai sistemi di localizzazione in tempo reale (RTLS) e alla tecnologia IoT, basata sull’idea di oggetti “intelligenti” tra loro interconnessi per scambiare informazioni o messaggi. Altrettanto utile alla tracciabilità dei prodotti è la tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) finalizzata all’identificazione automatica di ogni referenza, lotto, o pallet: permette di accedere a un tag (memoria a distanza) senza necessità di contatto. Il processo di digitalizzazione della supply chain dei cosmetici tramite il ricorso alle predette tecnologie ha avuto risvolti anche in termini di sviluppo del prodotto, determinando un aumento della produttività e della qualità. Inoltre, l’uso di questi strumenti rappresenta un supporto alla lotta sulla contraffazione nel settore.

Le direttive comunitarie

Il tema della tracciabilità dei cosmetici è oggetto di uno specifico regolamento - il Reg. CE n.1223/2009 -, che stabilisce le prescrizioni che ogni prodotto immesso sul mercato deve rispettare, al fine di garantire la tutela della salute e l’informazione dei consumatori, definendo restrizioni alle sostanze contenute e chiarendo i requisiti minimi per l’etichettatura.

La tracciabilità dunque risponde a vincoli normativi, imponendo un controllo delle fasi del ciclo produttivo, dei rapporti con i fornitori e dei canali di vendita. Tra gli scopi principali del regolamento, la condivisione delle procedure di immissione dei cosmetici sul mercato, la definizione delle figure chiave e delle loro responsabilità, nonché la previsione di un sistema di sorveglianza successivo alla vendita del prodotto. Secondo quanto previsto dalla normativa, la presentazione di un cosmetico e, in particolare, la forma, l’odore, il colore, l’aspetto, l’imballaggio, l’etichettatura, il volume o le dimensioni dello stesso non dovrebbero mettere a repentaglio la salute e la sicurezza dei consumatori creando confusione.

D’obbligo, al contrario, garantirne la rintracciabilità in tutta la catena di fornitura così da semplificare e migliorare la vigilanza sul mercato. Per permettere adeguati controlli, le informazioni - facilmente accessibili alle autorità competenti -
dovrebbero includere gli elementi relativi a identità e qualità per la salute umana ed effetti attribuiti al cosmetico, oltre a una relazione sulla sua sicurezza. Inoltre, per ogni prodotto immesso sul mercato la legge prevede l’identificazione di un responsabile, garante degli obblighi disciplinati dal regolamento CE n.1223/2009. Si citano al riguardo gli articoli 4 e 5, riportati di seguito, relativi rispettivamente alla persona responsabile e ai suoi obblighi:

  • “Sono immessi sul mercato soltanto i prodotti cosmetici per i quali una persona fisica o giuridica è stata designata come ‘persona responsabile’ all’interno della Comunità. Per ogni prodotto cosmetico immesso sul mercato, la persona responsabile ne garantisce il rispetto degli obblighi pertinenti stabiliti dal presente regolamento” (…).
  • “Le persone responsabili (…) che ritengono o hanno motivo di credere che un prodotto cosmetico, che esse hanno immesso sul mercato, non sia conforme al presente regolamento adottano immediatamente le misure correttive necessarie per rendere conforme tale prodotto, ritirarlo o richiamarlo, se del caso. Inoltre, qualora il prodotto cosmetico presenti un rischio per la salute umana, le persone responsabili ne informano immediatamente le competenti autorità nazionali degli Stati membri in cui hanno reso disponibile il prodotto e dello Stato membro nel quale la documentazione informativa è immediatamente disponibile, indicando in particolare i dettagli relativi alla mancata conformità e le misure correttive adottate. Le persone responsabili cooperano con tali autorità, su richiesta di queste ultime, per qualsiasi azione intesa a evitare i rischi presentati dai prodotti cosmetici che esse hanno reso disponibili sul mercato. In particolare, le persone responsabili, a seguito di una richiesta motivata di un’autorità nazionale competente, forniscono a quest’ultima tutte le informazioni e la documentazione”.

Compito del soggetto responsabile è redigere un dossier che comprenda le informazioni sul prodotto e ne attesti la sicurezza. Si tratta del PIF (Product Information File), una relazione volta a comprovare qualità e conformità del cosmetico. Senza dimenticare l’obbligo di disporre, in linea con le prescrizioni del regolamento, di un sistema di cosmeto-vigilanza al fine di gestire correttamente le segnalazioni in caso di effetti indesiderati dovuti all’applicazione del prodotto e per poter intervenire con tempestività, segnalando alle autorità competenti eventuali problematiche riscontrate. Nella tracciabilità è possibile quindi scorgere un’opportunità di miglioramento per le aziende. Infatti, rilevare eventuali inefficienze e problematiche permette di intervenire tempestivamente migliorando la competitività dell’azienda nel settore.

L’efficacia di un’azione corale

A dimostrare una particolare attenzione al tema della blockchain e al ruolo che essa svolge nella lotta alla contraffazione dei marchi, in quanto mezzo per garantire l’autenticità dei prodotti, cosmetici inclusi, è stata l’EUIPO (Ufficio dei Marchi dell’- Unione Europea). Ha infatti organizzato una competizione collaborativa, detta Blockathon, incentrata sulla blockchain e sulla creazione di un’infrastruttura da utilizzare per la tracciabilità dei prodotti. A seguito dell’evento, l’EUIPO ha formato il Forum Anti-Counterfeiting Blockathon allo scopo di riunire le parti interessate, pubbliche e private, in una coalizione per sostenere l’esito di Blockathon, compresa la prototipazione della soluzione vincente. Il Blockathon Forum è dunque un network di persone e organizzazioni, che lavorano insieme per realizzare una futura realtà anticontraffazione, che collegherà organizzazioni, autorità di contrasto e cittadini per dimostrare l’autenticità e la provenienza dei prodotti. Obiettivo: promuovere una maggior sincronizzazione, cooperazione e decentralizzazione per collegare tutti gli attori interessati e sensibilizzare le aziende, spingendole a impegnarsi nel garantire l’originalità del prodotto. Il forum è aperto a tutti e chiunque abbia idee o contributi da condividere sul tema blockchain potrà accedervi. Tra le soluzioni oggetto di studio anche quelle destinate ai cosmetici, per i quali il tasso di contraffazione risulta piuttosto elevato. In tale contesto, la blockchain può fornire un archivio sicuro degli step produttivi, permettendo così a ogni player di comunicare con gli altri soggetti coinvolti e rendere disponibile un’analisi accurata e completa.

Carta d’identità per i prodotti

I consumatori stanno riservando un crescente interesse verso gli ingredienti e i processi produttivi dei cosmetici che acquistano, prediligendo formulazioni naturali, sostenibili sia per la salute che per l’ambiente. Ciò li porta a prediligere marchi che adottino politiche di trasparenza e permettano l’accesso al mondo celato dietro la creazione del prodotto e precedente la sua commercializzazione. Le aziende, dunque, per essere competitive e attrarre i consumatori, puntano su sistemi in grado di tracciare e identificare ogni cosmetico, creandone una sorta di “carta d’identità”. La creazione di questo documento di riconoscimento può avvenire grazie alla tecnologia blockchain. Dal punto di vista pratico la tracciabilità avviene generalmente mediante un QR code che consente, tramite lo smartphone, di accedere a tutte le informazioni disponili su un articolo. Ma non sempre la presenza di un QR code associato a un cosmetico è sufficiente a garantirne l’autenticità. Vi sono infatti dei QR code statici, che rimandano esclusivamente alla pagina web della società produttrice e che, per questo motivo, possono essere duplicati con facilità. Differenti i QR dinamici, che identificano un prodotto e forniscono informazioni sulla sua origine, la data di produzione, gli ingredienti, aggiornabili dalle aziende con cadenza periodica. Questi ultimi, a differenza dei precedenti, dispongono di un sistema di tracciamento del codice: preferirli offrirà dunque una tutela in più ai consumatori e la possibilità di combattere in maniera più efficace i tentativi di contraffazione.

La tracciabilità è dunque un importante strumento per il consumatore che, con il suo smartphone, potrà velocemente accedere al mondo del cosmetico e compiere scelte consapevoli. Riducendo così il rischio di imbattersi in prodotti contraffatti e dannosi, con tutela anche delle aziende e dei loro investimenti in tema di proprietà intellettuale.