A tanto ammonta il valore delle merci contraffatte che rappresentano circa il 2,5% del commercio mondiale. L’importazione di tali prodotti copre il 5% di tutte le importazioni dell’Unione Europea, per un valore fino a 116 miliardi di dollari. La Cina è il primo produttore, seguita da altri paesi asiatici.

Che il commercio di merci contraffatte sia uno dei problemi più gravosi per l’economia dei Paesi industrializzati, è cosa ben nota. Ora alcuni studi condotti dall’OCSE e dalla Commissione Europea per il tramite dell’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) mettono in evidenza alcuni aspetti quantitativi del fenomeno.
Nel 2013, anno cui il primo di tali studi si riferisce, il commercio internazionale delle merci contraffatte rappresentava fino al 2.5% del commercio mondiale, per un valore pari a 461 miliardi di USD, equivalente al PIL dell’Austria o dell’Irlanda e Repubblica Ceca messe insieme. Per l’Unione Europea, le importazioni di merci contraffatte rappresentavano il 5% di tutte le importazioni, per un valore fino a 116 miliardi di USD.
La contraffazione riguarda molte categorie merceologiche, dai beni di lusso, quali orologi, profumi e articoli in
pelle, a prodotti più sofisticati e oggetto di scambio fra imprese, come macchinari, sostanze chimiche e parti di ricambio, fino ai comuni prodotti di consumo, quali giocattoli, medicinali, cosmetici o alimenti. Vengono sequestrati talvolta anche prodotti freschi a marchio contraffatto come fragole, banane, cannella o olio di cocco. 

seizures of counterfeit and pirated goods

Individuate le dieci principali categorie di merci contraffatte (alimenti, prodotti farmaceutici, profumeria e cosmetici, pelletteria e valigeria, abbigliamento e tessuti, calzature, gioielleria, apparecchiature elettroniche ed elettriche, dispositivi ottici, fotografici e medici, giocattoli, giochi e attrezzature per lo sport), che costituiscono oltre la metà del
commercio complessivo di prodotti contraffatti nel mondo, le analisi più recenti evidenziano come la Cina sia il primo produttore di merci contraffatte in nove su dieci delle categorie esaminate (figura 2, nella quale i tratti più scuri indicano una maggiore probabilità che un’economia sia un produttore di merci contraffatte in una data categoria).
Inoltre, diverse economie asiatiche, tra cui India, Thailandia, Turchia, Malesia, Pakistan e Vietnam, sono all'origine di importanti produzioni in molti settori, benché il loro ruolo sia molto meno significativo di quello della Cina. La Turchia si palesa un produttore importante in determinati settori – quali pelletteria, alimenti e cosmetici – i cui prodotti sono trasportati su strada nell'Unione Europea.

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I dati identificano diversi punti di transito importanti per il commercio di prodotti contraffatti, fra cui Hong Kong (Cina), gli Emirati Arabi Uniti e Singapore, che movimentano traffici commerciali di articoli contraffatti in tutte le categorie di prodotti analizzate. Vi sono altresì importanti punti di transito regionali, come ad esempio le economie del Medio Oriente (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Yemen) dalle quali transitano cospicue spedizioni di prodotti falsi diretti in Africa.
Quattro punti di transito – Albania, Egitto, Marocco e Ucraina – hanno un ruolo particolarmente significativo nella ridistribuzione di falsi destinati all'Unione Europea. Infine, importante punto di transito per i falsi in rotta verso gli Stati Uniti è Panama.

I costi della per le aziende

Focalizzandosi infine su alcuni settori specifici, uno studio condotto dall’Osservatorio dell’EUIPO sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale mette in evidenza il costo economico della contraffazione in ciascuno di questi. Per il settore degli pneumatici, ad esempio, le stime calcolano che l’industria legittima perda circa 2,2 miliardi di EUR di entrate all'anno a causa della presenza di pneumatici contraffatti nel mercato dell’Unione Europea, per una percentuale pari al 7,5% delle vendite in tale settore. Purtroppo, in questo come in altri settori, l’aspetto economico della contraffazione non è neppure il più rilevante. Uno studio sulle condizioni degli incidenti correlati all'uso di pneumatici ha dimostrato che una profondità del battistrada di 1,6 mm o superiore riduce dell’84 % la probabilità di incidenti dovuti all'aderenza su strade bagnate o innevate e dell’86 % la probabilità di avere un incidente per la foratura di uno pneumatico, rispetto agli pneumatici con un battistrada profondo meno di 1,6 mm. Dai test effettuati nel settore è emerso che gli pneumatici falsi con battistrada di 1,4 mm di profondità e pneumatici riscolpiti (manipolati per sembrare nuovi pur essendo in realtà pneumatici vecchi con poco battistrada originale residuo, se non nessuno) rappresentano un evidente rischio per gli utenti.

vendite perse causa contraffazione

Il falso e l’e-commerce

L’enorme sviluppo dell’e-commerce pone nuove problematiche. L’Italia in particolare, per la quale il numero di utenti internet che acquista on-line è ancora inferiore a quello di Paesi come Inghilterra, Germania e Francia, è il Paese
nel quale il cross border e-commerce, ossia la quota di e-commerce esportato, pesa maggiormente: è, infatti, pari al 19% del totale delle vendite on-line, a confronto del 10% della Germania e al 6% della Francia . Il settore dell’abbigliamento fa da padrone. Va da sé che l’affermarsi delle vendite on-line ha il suo corrispettivo anche nella vendita delle merci contraffatte. Anzi, alcune indagini basate sull'esperienza quotidiana nell'assistenza a piccole, medie e grandi imprese nel contrasto alla contraffazione, hanno messo in evidenza come le vendite on-line di merci contraffatte abbia un tasso di crescita maggiore delle vendite on-line di merci lecite.

Le azioni di contrasto

Accanto alle tradizionali azioni di contrasto alla contraffazione, basate ad esempio su iniziative giudiziarie e doganali, trovano oggi posto moderni strumenti web, in grado di monitorare la rete e individuare i canali di offerta e distribuzione delle merci contraffatte, fornendo agli operatori le necessarie informazioni per interventi mirati alla chiusura di siti o alla cancellazione delle offerte illecite. I migliori servizi in tal senso permettono di individuare e far cessare gli utilizzi abusivi sul web di marchi, domini, brevetti e modelli. Ad esempio, per la tutela dei marchi, i servizi di tutela via web consentono una ricerca dell’uso non autorizzato e – ma solo i più avanzati fra questi - consentono verifiche sia di testo che di grafica su open e dark web, social network, portali di e-commerce, applicazioni mobile, siti, blog e forum. Per la tutela dei prodotti originali, invece, tali servizi consentono la ricerca su internet di prodotti contraffatti utilizzando elementi grafici, modelli e brevetti, ponendo le basi per la successiva attivazione finalizzata alla cessazione di vendite  illegali o non autorizzate. In ogni caso, il presupposto dell’attivazione efficace dei servizi di tutela on-line, così come di quelli più tradizionali, rimane quello di sempre: l’esistenza di adeguati diritti di proprietà industriale (brevetti, design, marchi registrati e copyright) che l’impresa deve aver costituito per tempo a tutela.