Si tratta di un servizio atto a tutelare un ristretto ambito d’applicazione, quello delle diverse caratteristiche all’interno di una specie biologica. Per la protezione delle nuove varietà vegetali – espressamente escluse dall’elenco degli oggetti tutelabili tramite brevetto per invenzione – il costitutore dispone di uno strumento ad hoc: la “privativa per nuova varietà vegetale”. L’accesso a questa particolare tipologia di protezione è aperto alle varietà appartenenti a qualsiasi specie vegetale, inclusi gli ibridi.
La procedura maggiormente diffusa in Europa per l’ottenimento della tutela è la privativa comunitaria, che permette di ottenere una protezione omogenea in tutto il territorio dell’UE, ma è disponibile anche la procedura nazionale, che garantisce una tutela limitata al solo territorio in cui avviene il deposito. Avendo fornito assistenza tecnica in alcune tra le più celebri cause relative a varietà vegetali, discusse in Italia e nei paesi europei in cui siamo presenti con le nostre sedi, noi di Jacobacci & Partners possiamo suggerirvi la tutela più adeguata per ogni caso specifico.
Proteggere le varietà vegetali porta con sé una serie di vantaggi che interessano la società a più livelli. Se, da una parte, viene infatti riconosciuto il diritto alla privativa alla persona che ha creato o scoperto e messo a punto la varietà (o, nel caso in cui questa sia stata realizzata nell’ambito dell’esecuzione di un contratto di lavoro subordinato o autonomo, al datore di lavoro o al committente), d’altro canto vengono messe a sistema le varie differenze morfologiche e fisiologiche delle singole piante, caratteristiche che devono essere trasmissibili alle generazioni successive.
Non un punto da poco: nel caso dell’agricoltura, infatti, si tratta di un’attività che non solo genera PIL, ma rappresenta anche uno strumento essenziale nella lotta al cambiamento climatico al fine di garantire, nel futuro, nutrimento e quindi stabilità sociale.
Al contrario, evitare di proteggere le varietà vegetali potrebbe portare non solo a confusione in un mondo, quello agricolo, caratterizzato da complessi meccanismi, ma anche a un impoverimento della cultura sul tema e, dunque, a una perdita in termini economici.